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04 Ott Credit Manager Mizuya:”Facciamo il punto sul Codice della Crisi di Impresa – Parte1″
Il Codice della Crisi e dell’insolvenza entrerà, a pieno regime, in vigore il 15 maggio 2022.
Gli strumenti di allerta, punti di forza sui quali si è basata la costruzione del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, con l’ambizioso obiettivo di prevenire le crisi aziendali e permetterne il superamento, avranno una decorrenza ulteriormente differita nel tempo ed entreranno in vigore dal 2024.
Ma il mercato è pronto a questo cambiamento così radicale?
Quando si parla di Crisi d’Impresa è fondamentale fare una distinzione che troppo spesso viene sottovalutata ed è tra crisi di legalità e crisi finanziaria.
Siamo in presenza di crisi di legalità quando la violazione delle norme di legge o regolamentari mette a rischio la sopravvivenza dell’impresa stessa. Purtroppo, molti manager o imprenditori commettono tale errore nella gestione dell’impresa.
Sottovalutando i rischi, anche penali, che certe scelte comportano.
Al punto che in alcuni casi si considera normale una gestione che in realtà di normale non ha nulla.
Crisi Finanziaria:Troppo spesso imprenditori e/o manager sottovalutano la possibilità che la propria azienda si stia, più o meno lentamente, avviando verso uno stato di pre-crisi che senza i giusti interventi sfocerebbe sicuramente in una crisi finanziaria.
Giuridicamente, la crisi di un’impresa viene definita come ‘‘lo stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate’’.
La nozione di “crisi d’impresa” costituisce il presupposto per attivare gli appositi strumenti volti a scongiurare scenari peggiori e, probabilmente, irreversibili.
Più semplicemente, la crisi d’impresa è l’anticamera dello stato d’insolvenza e mette in seriamente a rischio la continuità aziendale.
Dal punto di vista manageriale, però, intervenire quando l’azienda è in crisi significa agire in netto ritardo.
A volte potrebbe essere troppo tardi.
Diventa quindi fondamentale capire quali sono i primi segnali di allerta e applicare un corretto monitoraggio dello stato di salute dell’azienda.
Eppure, non è così raro vedere aziende trascinarsi da tempo in una crisi divenuta ormai cronica con conseguente perdita di capacità di produrre utili mentre, al contrario, si accumulano debiti verso terzi (banche, erario, fornitori).
Le cause principali, normalmente, sono dovute a carenze gestionali, variazioni dei mercati di riferimento, strategie non adeguate, competitor più performanti, inefficienza produttiva o organizzativa, dimensioni dell’azienda non ottimali rispetto alla domanda di mercato, struttura finanziaria errata.
Probabilmente tutte le aziende, a causa di una o più di queste cause, affrontano almeno una volta una situazione di crisi nel corso degli anni.
Una delle situazioni più frequenti che ho riscontrato ultimamente è stata quella in cui l’impresa opera in totale squilibrio finanziario con il risultato di doversi finanziare oltremodo con capitale di terzi, non riuscendo a coprire i costi con il fatturato.
Il patrimonio netto risulta quindi inadeguato a finanziare le attività d’impresa per cui ci si indebita oltre il dovuto. Una situazione simile può innescare una situazione patologica che conduce, a lungo andare, ad una crisi di solvibilità.
La crisi quindi porta l’azienda allo stato d’insolvenza: per insolvenza si intende lo stato oggettivo di non essere più in grado di assolvere ai propri impegni finanziari.
Mediamente ci si accorge di quanto sta accadendo quando non si è più in grado di rispettare le scadenze, quindi in netto ritardo. Quando, probabilmente, diventa quasi impossibile fare qualcosa per salvare l’impresa se non con interventi drastici e straordinari.
Nel prossimo articolo analizzeremo la natura della crisi e quali sono gli strumenti e gli indicatori che avvisano in largo anticipo la possibilità che un’impresa entri in crisi.
Dotai