
15 Mar Credit Manager Mizuya:”Il permanere dell’emergenza pandemica ed il cauto consapevole ottimismo”.
Mentre questi primi mesi del 2021 hanno visto dati sanitari, Covid 19 e ricadute sulla Sanità, in peggioramento e il continuare di restrizioni alle attività economiche, aumenta quotidianamente il numero delle persone vaccinate nel nostro paese.
Oggi l’Italia è tra i primi paesi europei per dosi di vaccino somministrate in proporzione alla popolazione: pur nelle incognite crescenti delle varianti, le prospettive dell’immunità di gregge cominciano a farsi vedere all’orizzonte.
E guardando a Paesi come Israele, oggi un esempio per l’efficacia della lotta al Covid, qualche linea di ottimismo inizia a prendere corpo.
A livello economico, le previsioni di vari Istituti e Enti indicano una crescita per il 2021 e il 2022 superiore al 3%,
ed il 2020 parrebbe avere avuto un calo del Pil inferiore alle prime valutazioni (ma pur sempre superiore all’8%).
In questo scenario, il primo semestre potrebbe presentare ancora i segni di una contrazione; il secondo, invece, dovrebbe vedere un sensibile segno positivo.
Nelle more degli aggiornamenti e delle nuove iniziative che il fresco Governo Draghi metterà in campo, a oggi diversi sono gli strumenti presenti per rinforzare la struttura delle PMI italiane: dalla proroga alla garanzia di Stato al 100% per l’accesso al credito (micro-prestiti da 30mila euro attraverso Fondo PMI, durata massima aumentata da 10 a 15 anni); all’allungamento dei termini per poter richiedere la moratoria sui prestiti e mutui già in essere (scadenza prorogata al 30 giugno 2021).
Vero anche che prima di uno sperabile miglioramento delle imprese italiane e della loro situazione creditizia ci si attende per questo anno un peggioramento dei crediti deteriorati: Standard & Poor, in un report di gennaio scorso, prevedeva un raggiungimento della soglia dei 200 Mld, quasi un raddoppio, con conseguente maggior criticità per gli Istituti di Credito (e possibile conseguente stretta sul credito…).
Quindi occorrerà adottare una ulteriore prudenza sul credito commerciale, vera linfa dell’impresa, per evitare di mettere a rischio la liquidità aziendale, i crediti e le aziende stesse.
Le garanzie/assicurazioni sul credito inoltre, pur con le difficoltà che si registrano in queste situazioni limite, ragionevolmente troveranno maggior corso.
Come sempre, come da manuale verrebbe da dire, “la conoscenza è la metà del sapere”: conoscere i propri clienti, conoscere i fornitori dal punto di vista del credito, monitorare costantemente l’evoluzione dei rapporti con essi e con i potenziali attraverso l’indagine d’informazioni pubbliche e banche dati, utilizzare strumenti creditizi di scoring efficaci e efficienti (e si veda il catalogo Mizuya!), sono le pratiche che ancora in modo più stringente occorre mettere in campo.
Le crisi possono essere motori rigeneranti per le società, per le economie, motori talvolta molto dolorosi: eppure nella distruzione di valore possono prender forma nuove forme di impresa, nuove innovazioni, nuove aggregazioni, nuovi spazi di affari.
In tempi di crisi peraltro è logico assistere a riduzioni di budget, a ricollocazioni di risorse finanziarie, a più generalizzati tagli, ma credo occorra sottolineare come gli investimenti (sottolineo, investimenti) dedicati alla gestione del credito vadano considerati come la base, ciò che consente l’ancoraggio alla realtà e il poter pensare a trampolini di crescita.
La gestione del credito è uno dei rami sui quali si sta seduti.
Shizuka