
07 Set CREDIT MANAGER MIZUYA: e se fosse giunto il tempo dell’innovazione e della crescita dimensionale?
Recentemente l’ISTAT ha pubblicato i dati sulla fiducia di consumatori ed imprese che, per il terzo mese consecutivo, è risultata in aumento.
Con riferimento alle imprese, l’aumento della fiducia si è mostrato diffuso in tutti i settori, anche se più contenuto nell’ industria rispetto al settore dei servizi.
Se il miglioramento del clima di fiducia evidenzia la volontà di reagire da parte di consumatori e mondo imprenditoriale, la situazione economica italiana rimane, però, preoccupante.
Come ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento all’ Euroscience Open Forum (Esof) di Trieste, il PIL italiano è tornato ai valori del 1993, mentre quello pro capite ha fatto un balzo indietro fino agli anni ’80. Il motivo di questo calo non va cercato solo nella recente crisi economica innescata dal diffondersi della pandemia, ma anche nella crescita debole che il nostro Paese ha registrato a partire dagli anni ‘90.
Secondo il governatore Visco, la debolezza della crescita economica italiana è da imputare ad un sistema produttivo estremamente frammentato ed ai ritardi accumulati nell’innovazione e nell’istruzione.
In Italia metà del valore aggiunto manifatturiero e dei servizi non finanziari è prodotto da 25mila imprese con più di 50 addetti, mentre l’altra metà da 4,3 milioni di piccole imprese e 4,8 milioni di lavoratori autonomi. Una situazione, questa, che non trova similitudini in paesi come Germania, Francia e Spagna.
Il nanismo delle imprese italiane ha, negli anni, frenato l’introduzione di competenze manageriali in grado di sviluppare innovazione ed investire in capitale umano.
Ma non tutto è perduto. Questa crisi può essere, infatti, l’occasione, da parte del Governo, di rimuovere gli ostacoli all’innovazione che l’Italia si porta dietro da anni (burocrazia, criminalità, evasione fiscale). Analogamente anche il mondo imprenditoriale italiano deve fare la sua parte: non può limitarsi a competere in termini di costi e prezzi, ma deve puntare sempre più su capacità di innovazione e crescita dimensionale.
In questo processo sarebbe bene per gli imprenditori farsi supportare da professionalità esterne in grado di apportare le necessarie competenze manageriali ed accelerare i processi di crescita, sviluppo e riorganizzazione.
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