20 Set Credit Manager Mizuya: “Le Imprese e la Pubblica Amministrazione: rischi o opportunità?”
Il 2021 si sta presentando come un anno di forte crescita, non solo in termini di Prodotto Interno Lordo, da inizio anno infatti si sono registrate più di 14.000 aperture di start up con un incremento rispetto l’anno precedente del 50%.
Ricordando che il 2020, malgrado la pandemia e i lockdown, aveva già mostrato una crescita di nuove partite iva.
La voglia di ripartire del paese si sta manifestando in diversi settori, come non ricordare i nostri successi sportivi in campo internazionale?
L’arrivo dei fondi europei e la voglia di uscire da un periodo di profonda crisi hanno infuso ottimismo e voglia di proporre idee e innovazione.
Il 75% di queste newco sono società per servizi alle imprese e alle persone con una larga maggioranza di attività legate ai software e alla consulenza informatica, solo un 15% riguardano attività manifatturiere.
Ovviamente l’impatto economico e occupazionale al momento resta ridotto e le nuove imprese devono affrontare due tipi di problemi:
Il primo è l’accesso al credito, i fondi europei spesso hanno un taglio ridotto e la ricerca di finanziamenti nel mondo bancario può essere un processo lungo e con esito incerto.
Il secondo è la presenza di manager formati ed esperti. Agli italiani non manca di certo l’imprenditorialità, ma poi per proseguire nella crescita bisogna ricercare le figure adatte: commerciali, magari con competenze internazionali per cercare nuovi mercati, amministrativi e finanziari per supportare al meglio il ciclo economico e la liquidità.
Non a caso, sono sempre di più le imprese che ricercano e si avvalgano di figure consulenziali per ottenere le competenze necessarie per incrementare le loro performance.
In questo scenario nazionale di crescita e di ottimismo inedito per molti nostri cittadini, pongo il mio sguardo alla finanza aziendale e ai crediti commerciali, soprattutto a quelli derivanti dal principale cliente delle imprese italiane: la Pubblica Amministrazione (PA).
La PA si pone nel mondo delle imprese nella sua doppia funzione di cliente e fornitore.
Nel suo ruolo cardine di creditore esige i propri tributi in modo puntuale con scarse deroghe, ma quando riveste il ruolo di debitore come si comporta?
Un’Associazione di Categoria ha pubblicato di recente uno studio sui pagamenti della PA.
Secondo l’associazione, nel 2020 i debiti commerciali dello Stato sono lievitati a 58 miliardi di euro, con un aumento rispetto l’anno precedente di 4 miliardi di euro.
Il peso dei debiti sull’economia del Paese equivale a 3,1 punti di PIL.
Il 60% dei Comuni italiani non rispetta i termini di pagamento (30 giorni come previsto dalle direttive europee e dalla legge italiana dal 2013).
I “peggiori pagatori”si concentrato in Calabria, Sicilia, Campania e Lazio; la maglia nera spetta poi alla provincia di Reggio Calabria.
Per questo l’Unione Europea ha aperto una procedura d’infrazione verso l’Italia per non essersi adeguata alle direttive comunitarie.
I ritardi nei tempi d’incasso peggiorano le condizioni delle imprese, che devono rivolgersi alle banche in attesa di essere pagati, ne impediscono la loro crescita ed ostacolano la loro capacità di diventare digitali e più ecologiche (temi ricorrenti quando si parla di recovery fund).
Sempre dall’analisi viene evidenziato come sia sempre più necessario partire da subito con la compensazione di debiti e crediti quando la controparte è la PA.
Il processo di digitalizzazione del flusso “order to cash” della PA sta procedendo abbastanza celermente ma non abbastanza per concedere la certificazione dei crediti commerciali sulla piattaforma ad essa dedicata in tempi brevi (passaggio fondamentale per la compensazione con i debiti verso la PA).
Il flusso documentale che prevede la certificazione automatica una volta che l’ordine dell’ente e la fattura del fornitore vengono tracciati formalmente sulle piattaforme digitali, tarda a partire a pieno regime.
In questa fase storica dove il sostegno all’imprese si è reso necessario, poter procedere più celermente alla compensazione dei debiti e crediti verso la PA potrebbe essere un valido strumento in più per aiutare la crescita della nostra economia, consentendo all’aziende di accedere ad una fonte di liquidità indiretta ed immediata.
Haruki