14 Giu Credit Manager Mizuya: “Nuovi incentivi fiscali per chi investe in start-up”
Con il Decreto Sostegni Bis il Governo ha deciso di rafforzare notevolmente il mix di agevolazioni fiscali a disposizione di coloro che intendono investire in start up e PMI innovative.
L’art. 14 del DL 73/2021 (Sostegni Bis) introduce, infatti, una duplice detassazione che nei prossimi anni renderà ancora più appetibile questo genere di investimenti:
- le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni in imprese innovative (acquisite mediante sottoscrizione del capitale sociale dal 1° giugno 2021 al 31 dicembre 2025 e possedute per almeno tre anni) sono esentate dall’imposta sostitutiva del 26% sul capital gain;
- le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni in società (italiane ed estere) anche non innovative di cui agli art. 5 e 73 comma 1, lettera a) e d) del Tuir, non saranno imponibili qualora, dopo un anno dal loro conseguimento, entro il 2025 siano reinvestite mediante sottoscrizione del capitale sociale di imprese innovative.
Le due agevolazioni sono tra loro cumulabili nel caso in cui le partecipazioni acquisite in start up e PMI innovative mediante reinvestimento delle plusvalenze realizzate in qualsiasi società di persone e/o di capitali siano mantenute per almeno tre anni.
Le plusvalenze sono esenti da capital gain sia se relative a partecipazioni qualificate sia non qualificate. L’effettiva entrata in vigore della norma è, però, subordinata all’autorizzazione della Commissione Europea che, si spera, si pronunci entro la fine del 2021.
Questa misura riveste una notevole importanza in quanto può supportare lo sviluppo degli investimenti nelle società innovative italiane da parte di venture capitalist. Purtroppo, in questo settore, il nostro paese è ancora molto indietro. Secondo i dati di Cdp Venture capital, nel 2020 in Italia questi investimenti sono stati pari ad appena 600 milioni di euro contro i 5,4 miliardi in Francia e i 6,4 in Germania.
Non va trascurato il fatto che l’Italia è anche il Paese dove il risparmio privato è altissimo ed è ulteriormente aumentato negli ultimi mesi a seguito della crisi sanitaria e delle ridotte occasioni di consumo. Solo nel 2020, secondo l’ultimo rapporto Confcommercio – Censis, gli italiani hanno messo da parte un tesoretto di 82 miliardi come risparmio precauzionale.
Ben vengano, pertanto, norme agevolative come queste che incoraggiano imprenditori ed investitori a destinare parte dell’enorme liquidità disponibile su progetti innovativi con effetti moltiplicativi in termini di creazione di lavoro e nuove opportunità di investimento.
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