10 Lug La formula magica per evolvere il modello di servizio di uno studio professionale? Si chiama Ibridazione delle Competenze!
Negli ultimi anni, le imprese, hanno dovuto modificare il proprio modello di business così da potersi adeguarsi al nuovo mercato ed alle dinamiche che lo governano.
Alcune imprese, le cui strutture organizzative o lo specifico modello di servizio offerto, non sono riuscite a “correggere la rotta” impattando così negativamente nel proprio percorso di crescita e nelle rispettive quote di mercato.
Esistono figure professionali come Commercialisti, Legali e Consulenti del Lavoro, che hanno costruito, con il mondo delle imprese, un rapporto “fiduciario” estremamente privilegiato ed hanno il diritto/dovere di proteggerlo.
Come si stanno posizionando queste professionalità, ed il loro modelli di servizi, verso le imprese?
E’ bene ricordare che tra gli obiettivi del PNRR ci sono:
- promuovere la digitalizzazione del sistema produttivo e favorire la crescita delle PMI
- potenziare la capacità delle Filiere
- recuperare il potenziale delle nuove generazioni
- migliorare le competenze digitali e professionali attraverso investimenti in istruzione e formazione
- superare la complessità e lentezza della giustizia, favorire la competitività e la propensione ad investire
- aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione
Interessante la ricerca svolta anche quest’anno dall’Osservatorio Professionisti ed Innovazione digitale del Politecnico di Milano.
Tra i Professionisti, circa il 39% degli intervistati mostra profonde riserve sul futuro della propria professione (il 18% a causa dei carichi di lavoro, 8% per via di una visione non adatta ai tempi attuali, il 7% a causa di difficoltà generali, il 6% a causa della concorrenza di tecnologie e soggetti esterni).
Circa il 19% ritiene che non cambierà il proprio modello di servizio per il futuro.
Il 42% si mostra invece fiducioso per il futuro della propria professione (il 22% vede nuove opportunità di sviluppo, 8% solidità grazie alla collaborazione, 6% nuove tecnologie di supporto, il 4% crescita culturale e consapevolezza sui percorsi, 2% aumento delle competenze ibride).
L’età anagrafica dei professionisti negli Studi rappresenta un elemento determinante.
Un’età media inferiore ai 50 anni permette di intercettare il 60% di professionisti fiduciosi per il futuro della propria professione, il 27% manifesta timore, il 13% non ritiene di cambiare.
Un’età media superiore ai 50 anni permette di intercettare il 36% di professionisti fiduciosi per il futuro della propria professione, il 41% mostra timore, il 23% non ritiene di cambiare.
Declinando il dato dei fiduciosi per professione emerge che il 59% degli studi multidisciplinari, il 45% dei consulenti del lavoro, il 42% dei commercialisti, il 39% degli avvocati.
Declinando il dato dei fiduciosi per “dimensione” dello studio, sapendo che per “grande dimensione” è ritenuto uno Studio composto da circa 30 addetti: il 77% è afferente alla categoria dei grandi, il 66% degli studi di media dimensione, il 45% degli studi di piccola dimensione, il 36% studi di micro dimensione.
Quali sono i cambiamenti più impattanti negli ultimi 10 anni per gli studi professionali?
Per il 46% la dematerializzazione dei documenti dello studio.
Per il 30% l’ampliamento del lavoro in remoto del proprio personale.
Per il 20% l’introduzione di tecnologie evolute per efficienza, relazioni e nuovi servizi.
Per il 14% la realizzazione di alleanze e collaborazioni stabili con altri soggetti.
Per il 10% l’empowerment del personale.
Per il 32% non si registra alcun progetto di cambiamento significativo
L’ibridazione delle competenze rappresenta un driver per l’evoluzione del modello di servizio dei Professionisti?
L’ibridazione delle competenze sta diventando sempre più rilevante nel contesto attuale. A causa dell’evoluzione della tecnologia, dei cambiamenti normativi e delle nuove esigenze dei clienti, questi professionisti devono ampliare le proprie conoscenze e competenze per offrire un servizio più completo e specializzato nel minor tempo possibile.
A causa della complessità del mondo degli affari e delle questioni legali connesse, oggi è sempre più richiesta una conoscenza multidisciplinare.
E’ importante sottolineare che l’ibridazione delle competenze richiede un impegno costante nello studio e nell’aggiornamento professionale. I professionisti devono seguire corsi di formazione, partecipare a seminari e tenersi informati sulle ultime novità nel proprio settore. Inoltre, è essenziale rispettare i confini etici e legali della propria professione, evitando di svolgere attività al di fuori del proprio ambito di competenza o violando le normative professionali.
L’ibridazione delle competenze può portare diversi vantaggi sia per i professionisti che per i clienti.
I professionisti possono ampliare la propria base di clienti e offrire servizi più completi, diventando con il proprio Studio, una soluzione multidisciplinare con cui soddisfare vasta gamma di domande. I clienti, d’altro canto, possono beneficiare di un unico punto di riferimento per le loro esigenze.
Secondo quanto emerso dalla ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale dello scorso 04 luglio, alla domanda “negli ultimi due anni sono state introdotte nuove competenze specialistiche nello Studio?”
Il 46% ha risposto negativamente in quanto ritiene non ve ne sia la necessità, il 32% ha risposto di si, il 22% stà approcciando a questo tema.
Tra i Professionisti che hanno già introdotto nuove competenze specialistiche il 14% le ha inserite all’interno di servizi già erogati, pari percentuale ha ampliato le aree di operatività, il 10% nell’ambito della tecnologia ed il restante 5% nell’analisi dei dati.
Ancora una volta, l’84% dei “grandi studi” ha mostrato maggiore attenzione e capacità operativa rispetto agli studi di più piccola dimensione.
Quali sono i progetti realizzati o in fase di realizzazione inseriti nel percorso di cambiamento degli Studi professionali?
Per il 44% migliorare l’efficienza e la produttività dello studio (passa al 68% per i grandi studi).
Per il 25% migliorare le soft skills del personale (passa al 58% per i grandi studi)
Per il 22% modificare la modalità di fruizione di alcuni servizi, grazie ai nuovi strumenti tecnologici (passa al 43% per i grandi studi).
Per il 19% monitorare la relazione con i Clienti (passa al 40% per i grandi studi).
Per il 16% aumentare l’abilità del personale nell’uso evoluto di strumenti digitali (passa al 48% per i grandi studi).
Per il 11% introdurre nuovi prodotti/servizi (passa al 45% per i grandi studi).
Gli Studi multidisciplinari sono più resilienti al cambiamento mentre, molto meno, lo sono i mono disciplinari.
L’interpretazione dei dati della ricerca mostrano ancora come sia poco sviluppato il concetto di mercato e con esso la figura del Cliente.
Il reddito medio di un professionista associato risulta tre volte maggiore del reddito medio del professionista non associato.
Noi di Mizuya crediamo fermamente nella centralità della Figura Professionale e per questa ragione da anni stiamo seguendo con grande attenzione la ricerca svolta dall’Osservatorio del Politecnico di Milano: se vuoi leggere i nostri articoli puoi seguire direttamente quì quello del 2022 e quì quello del 2021.
Il MizuyaDESK è il nostro modello di servizio costruito appositamente su “misura” degli Studi Professionali: un hub di competenze specifiche nella Finanza e Tesoreria d’Impresa che integra, generando molteplici potenzialità, il modello di servizio caratteristico di ogni Studio Professionale permettendogli di acquisire maggiore visibilità rispetto al proprio mercato.
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